"Infernetto e Dintorni" è un blog realizzato dell'Associazione Culturale Infernetto e Dintorni, ideato con lo scopo di agevolare lo scambio di opinioni tra gli abitanti dell'Infernetto e del X Municipio, ex XIII Municipio. L'obiettivo del blog è di fornire visibilità circa l'urbanizzazione del quartiere e le criticità ad essa connesse. Divulghiamo informazioni, condividiamo emozioni. L'Associazione è stata promotrice ed è stata fra i Soci Fondatori del Coordinamento Infernetto fino al 09/04/2016.

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sabato 6 dicembre 2008

"SOCIAL CARD": UN ALTRO GIRONE DANTESCO

Foto de 'il tempo.it'Uno strumento sociale si trasforma in uno strumento infernale.

Fatta salva la bontà dell'idea di agevolare le classi meno fortunate con aiuti sociali (era ora che ci pensassero), ci perplimono alquanto le modalità per accedere a questa tipologia di sostentamento.

Non riusciamo ad immaginare il perchè, classi socialmente deboli, debbano essere messe alla pubblica gogna, chiedendo loro di far richiesta della "social card" presso gli uffici postali: in fila e davanti a tutti, alla faccia della privacy.

Ma la beffa non finisce qui, anzi questo è solo l'inizio.

Una volta fatta la richiesta e finalmente ottenuta, sempre senza alcuna privacy, la tanto sospirata carta, possiamo usarla alla cassa del nostro supermercato di fiducia, per pagare la nostra spesa. Qual'è il problema? La solita privacy.

Infatti, pagando con la "social card" alla cassa del nostro supermercato, inconsapevolmente avremo dato visibilità alla cassiera e a tutti i clienti in fila alla stessa cassa, del nostro stato sociale ed economico. Questo accadrà ogni volta che andremo a fare la spesa.

Nel giro di pochissimo tempo tutti i concittadini, vicini di casa, amici, parenti, ecc... sapranno con esattezza lo stato sociale ed economico in cui l'utilizzatore della "social card" si trova.

Così, non solo il possessore della carta appartiene ad una classe debole, ma gli viene anche fornita una visibilità che, con molta probabilità, farebbe a meno di avere.

Inoltre, è proprio vero che si possa andare alla cassa del proprio supermercato di fiducia? Nella realtà dei fatti, non è proprio così. Esiste una lista di esercizi commerciali aderenti all'iniziativa. Questo vuol dire, non solo far sapere a tutti il proprio stato economico, ma anche dover andare alla ricerca del negozio convenzionato più vicino. Se questo può andar bene per un giovane, certamente non va affatto bene per chi giovane non lo è più, oppure non si trova in condizioni di salute favorevoli (es. non deambulanti o con difficoltà di deambulazione).

Ma, poi, era prorpio così necessario tornare a contributi economici di questo genere, che ricordano tanto le tesserine sociali usate nel ventennio? Certo, all'epoca erano altri tempi e non si poteva fare altrimenti. Si veniva fuori malconci dalla prima guerra mondiale e non c'erano i mezzi informatici che abbiamo oggi, ma ora, non sarebbe stato sufficiente effettuare un accredito presso l'stituto di credito o il c/c postale del richiedente/beneficiario, oppure un semplice sgravio fiscale di pari entità? Forse troppo semplice ed anonimo.

Invece, con la "social card", si è dovuto mettere in piedi un processo statale che coinvolge vari enti, come ad esempio, l'azienda produttrice delle carte, l'istituto di credito che le emette e tutta la loro amministrazione: emissione, intestazione, accredito mensile, ecc..., che, immaginiamo, siano un altro costo da sostenere.

Chissà se negli altri paesi dell'Unione la "social card" viene distribuita e gestita con le medesime modalità e, soprattutto con lo stesso valore di spesa

Vedi articoli correlati de "Il sole 24ore".

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